White Werewolf

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» Leah}
view post Posted on 12/8/2010, 14:12 by: » Leah}





Cap.2
Alex tornò tardi, probabilmente si era fermato a bere qualcosa con i suoi colleghi, il pranzo oramai era freddo.
Sentita la porta di casa chiudersi, uscì dalla mia stanza e mi diressi verso la cucina a riscaldare il pranzo. Avevo un paio di domande da fargli.
-Buongiorno! Com’è andata oggi?- disse ingenuamente sedendosi al tavolo e togliendosi la cravatta.
-Pensavo che lo sapessi- risposi con un filo di acidità
-Ah, Sam deve esserti venuto a prendere-
-Mi ha riaccompagnato Jacob, bravo ragazzo- quasi arrossì dicendo quelle ultime due parole-avresti potuto avvisarmi però!-
-Hai ragione scusa, avrei voluto dirtelo stamattina, ma me ne sono proprio dimenticato- nella voce di Alex sentivo un po’ di agitazione, senza capire il perché
-E poi scusa, da quanto tempo li conosci questi qui?-
-Da qualche settimana- abbassò gli occhi..sembrava che non volesse parlare di loro
-Li ho conosciuti lavorando, Sam ha un amico nel mio ufficio..e questo suo amico è Robert..che ovviamente me lo ha presentato-
Robert Hammer era l’amico d’infanzia di Alex, l’unica persona, dopo di me, a cui si sentiva molto legato.
-Capisco, perciò non hai conosciuto direttamente l’intero gruppo-
-No, solo Sam- ci fu una breve pausa e poi Alex cambiò argomento- Beh, non mi hai raccontato nulla di scuola, ti hanno interrogata?-
Non mi spiegavo questo atteggiamento da parte di mio fratello…di solito mi raccontava tutto, invece in quel momento sembrava distaccato come se mi nascondesse qualcosa. Ma non andai oltre.
-Si, a storia è andata bene- risposi seccata
-E la salute? Tutto a posto? Sei stata male?-
-No tranquillo, tutto a posto, ti ricordo che non sono svenuta per colpa tua, quindi rilassati- risposi dolcemente. Mio fratello non era cambiato in tutto questo tempo, sempre molto protettivo nei miei confronti , quindi sapevo quali erano le sue preoccupazioni maggiori, la cosa che più odiava era quella di ferirmi in qualche modo, quelle poche volte che litigavamo, ricordo che stava malissimo. Questo è sicuramente un gene di famiglia, anche io temo sempre di ferire il prossimo, finendo per apparire troppo ingenua.
-Cibo delizioso, come al solito, ora però vado a riposare, questa giornata è stata davvero faticosa-
-D’accordo, dormi bene fratellone!-
-Grazie principessa- detto questo sorrise e si diresse verso la sua stanza.
Io sparecchiai e lavai i piatti, poi mi diressi in camera mia, mi misi ad ascoltare la musica con l’I-Pod, ripensando alla bellissima giornata trascorsa insieme a Jacob.

Il giorno dopo ero agitatissima. Contavo i minuti e i secondi che mancavano prima che anche l’ultima campanella della scuola suonasse..avevo una voglia pazzesca di rivedere Jacob.
Ashley, la mia compagna di banco di filosofia, mi fissava preoccupata mentre non stavo un minuto ferma.
Quando, finalmente, uscii dalla scuola, lo vidi appoggiato alla sua macchina, con il suo sorriso bianchissimo. Il mio cuore, a quella vista, fece i salti mortali.
-Ciao Jacob- dissi dopo essere praticamente corsa verso di lui
- Ciao Sarah, come stai?-
-Ora benissimo- "Ora benissimo..ma senti questa!!" pensai subito dopo..e arrossendo terribilmente
Lui sorrise e mi aprì la portiera della macchina
-Hai impegni dopo scuola?-
-No, è avanzata la cena di ieri sera..Alex può mangiare quello!-
Ridacchiò e sorrise
-Perfetto! Ti voglio portare in un posto, sei mai stata alla spiaggia di La Push?
-No, solo Alex, insieme a un suo amico. Erano andati a pesca.-
-Meglio così..molto meglio- disse quasi trionfante
Per me avrebbe potuto portarmi anche in una discarica, se ci fosse stato lui sarebbe stato meraviglioso lo stesso.
Salimmo in macchina e dopo pochi minuti arrivammo davanti casa sua, un posto straordinariamente accogliente, che mi mise subito a mio agio.
Jacob parcheggiò, uscì dall’auto e dopo pochi secondi mi aprì la portiera con il suo solito sorriso
-Da qui si prosegue a piedi- disse prendendomi per mano
-O..ok- risposi completamente rossa
Per tutto il tempo passeggiamo mano nella mano, io ero così emozionata che non mi godetti nemmeno il paesaggio che ci circondava, ma ad un certo punto si sentì da lontano il suono delle onde del mare e dopo pochi secondi un paronama stupendo mi si aprì davanti agli occhi.
La spiaggia era bellissima, io poi che avevo sempre vissuto in paesi di campagna non ero mai stata in un posto simile.
Probabilmente la mia faccia stupita e meravigliata aveva qualcosa di ridicolo, tanto che Jacob scoppiò a ridere
-Ora ho la conferma che non sei mai stata in una spiaggia in vita tua- disse ancora ridendo
-Davvero, cosa te lo fa capire?- risposi ironica
Sorrise e mi fece sedere su un masso lì vicino.
-Allora a cosa devo questa gita?- chiesi, una volta seduta
-Mah, ieri hai espresso il desiderio di uscire ed io ti ho accontentata-
-Pensavo avremmo dovuto aspettare..per far contento Alex-
-Ho cambiato idea..perché ti da fastidio essere uscita con me?-
A quella domanda mi scappò una risatina
-Credimi, la cosa che mi da fastidio in questo momento è il fatto che non ti abbia conosciuto prima..e che non sia mai stata in un posto del genere-
Rise anche lui e cominciò a fissare le nostre mani, che erano sempre rimaste unite.
Restammo qualche secondo in silenzio, e questo mi mise a disagio. Poi Jacob parlò
-Senti, potrei farti una domanda un po’ particolare?-
-Certo dimmi pure- e dentro di me sperai, inutilmente, in una qualche confessione romanitca
-Ecco..io mi sento incredibilmente bene con te..non so spiegarmi il perché, ma con te riesco a dimenticare le mie paure e mantenere la calma.. devi sapere che sono un tipo molto irascibile io-
Io lo guardai strana, sembrava che stesse parlando di me e poi non riuscivo a credere che lui fosse..irascibile!
-Ebbene si, tu in qualche modo riesci a calmarmi, ma non è questo il punto.
Se io ti dicessi che potrei essere molto violento e potrei addirittura farti del male, te continueresti a frequentarmi lo stesso?-
Io lo guardai sbalordita, lui? Farmi del male? Inaudito!..non c’era persona che mi rassicurasse più di lui!
-Jacob..-
-Chiamami pure Jake-
-Ok..Jake..senti io..anche io mi sento molto bene con te, anzi se devo dirla tutta sei la persona che più mi rassicura…e questo perché..- avrei voluto dirgli della sua assomiglianza con quel lupo, ma mi avrebbe presa per pazza- Beh, non so, anche tu mi infondi sicurezza senza una ragione ben precisa-
Lui mi fissò per qualche minuto, serio e impassibile, poi sorrise-
-Beh, probabilmente non hai ben capito il mio concetto di “violento”, ma non importa, credo che comunque saprò controllarmi-
Quella sembrava più una riflessione personale che una risposta.
Restammo di nuovo in silenzio per qualche secondo, quando all’improvviso Jake scattò in piedi, facendomi sobbalzare
-Che..che succede?- chiesi un po’ agitata
-Porca miseria! Non ora! Non qui!- Detto questo mi prese per un braccio e mi trascinò via.
Io non capivo più niente. Cosa significava “Non ora, Non qui”? E cosa aveva visto o sentito Jacob da farlo scattare?
Mentre pensavo a tutto questo, mi ritrovai davanti ad un tronco spezzato.
Mi venne un colpo. Ero lo stesso dove il lupo gigante mi aveva “detto” di fermarmi ad aspettarlo.
-Resta qui e non muoverti per nessuno ragione, torno presto- disse andandosene
A quel punto risentii la testa scoppiare. Perché Jake assomigliava tanto a quel lupo? Perché ogni suo sguardo e ogni sua mossa me lo ricordava? Stavo impazzando io o effettivamente c’era un legame?
Passarono alcuni minuti, ed io ero sempre assorta dai miei mille pensieri, quando un botto mi fece scattare.
Il botto si ripeté, più volte, e oltre al frastuono riuscii a sentire anche alcuni mugolii. Decisi di andare a controllare. Camminai per pochi secondi quando, ad un certo punto li vidi.
Erano enormi, tutti spettacolari, tutti con le sembianze di un lupo gigante, e c’era anche lui….il lupo che l’altro giorno mi salvò. Probabilmente quello era il suo branco.
Restai dietro ad un albero assistendo alla scena. Non riuscivo a distinguere bene le figure da quella distanza e angolazione, ma capii subito che stavano attaccando qualcuno o qualcosa.
Poi lo vidi, era un uomo, pallido come un morto dai capelli biondo cenere e dagli occhi neri e cupi. Aveva un viso perfetto e bellissimo. Non ci volle molto, prima che quella figura mi ricordasse il “vampiro” che voleva uccidermi. Quest’uomo era velocissimo e tanto potente da sollevare un masso enorme ,come se fosse stato un sassolino, e lanciarlo con tutta tranquillità verso uno dei lupi.
Il suo viso, però, era angosciato..come se si sentisse in pericolo da qualcosa, nonostante avesse molti mezzi di difesa. Dopo pochi minuti compresi il suo terrore. Uno dei lupi, il più piccolo che probabilmente era una femmina o un cucciolo, si lanciò contro di lui, mordendoli il collo, questo urlò e dopo un secondo anche tutti gli altri li si lanciarono addosso. Io mi girai di scatto, rifiutandomi di guardare oltre.
Rimasi a fissare per terra per qualche istante, presi coraggio e decisi di tornare ad osservare quei lupi, ma quando lo feci me li ritrovai di fronte che mi fissavano. Io rimasi impietrita, cominciai ad indietreggiare, ma poi qualcosa mi bloccò.
I loro sguardi non erano pieni di odio e non sembrava che avessero intenzione di sbranarmi o altro. Piuttosto mi sembravano pieni di compassione. Poi mi si avvicinò il mio salvatore, dal pelo bronzeo, con lo stesso sguardo rassicurante, e a quel punto allungai lentamente una mano verso di lui, per accarezzarlo, ma lui indietreggiò velocemente. Mi fissò per qualche secondo e poi se ne andò, seguito da tutti gli altri, lasciandomi sola con i miei mille dubbi.
Del corpo del “vampiro” non vi era nessuna traccia.
Rimasi immobile lì per qualche minuto, poi sentì chiamarmi. Jake era dietro di me.
- Sarah, accidenti, avevo detto di non muoverti- disse quasi infuriato
- Scusa e che ho sentito dei rumori e poi..-
-Stai bene? Non sei ferita?- chiese interrompendomi
-No sto bene-
-Vieni ti riporto da Alex, si è fatto davvero tardi-
-Si d’accordo-
Io non riuscivo più a formare un pensiero sensato. Mi sembrava tutto così assurdo e confuso, che mi rivenne quel forte mal di testa. Cercai di resistere, non dovevo svenire, non in una situazione del genere.
Il viaggio da La Push a casa mia fu silenzioso, nessuno dei due disse una parola.
Io era assorta dai miei infiniti pensieri, Jake aveva un’espressione turbata come se fosse innervosito da qualcosa. Arrivati davanti casa, tolsi lentamente la cintura di sicurezza e mi preparai a scendere. Senza che me ne accorsi, Jake era sceso e mi aveva aperto la portiera, sempre con la stessa espressione imbronciata.
Alla porta di casa mi girai per salutarlo, ma lui mi prese e mi abbracciò fortemente.
-Mi dispiace tanto- sussurò
La cofnusione nella mia testa, a quel punto, aumentò a dismisura.
Il suo abbraccio era caldo e forte, anch’esso m’infondeva un senso di protezione, e avrei voluto starmene avvinghiata a lui per tutto il giorno.
Poi di scattò, mollò la presa e si diresse verso la macchina, lasciandomi imbambolata di fronte casa mia.
Quando la sua macchina sparì dietro la foresta, decisi di entrare a casa.
Ad aspettarmi c’era Alex, più preoccupato che mai
-Sarah!..santo cielo dove sei stata?-
-Scusami fratellone, oggi Jacob mi ha mostrato la spiaggia di La Push e abbiamo perso la cognizione del tempo- Sapevo che la mia frase poteva apparire un po’ ambigua, ma in quel momento avevo troppi pensieri in testa da permettermi di ragionare
-Beh, ma non sei svenuta o altro? Tutto a posto? Jacob ti tratta male?
-Tranquillo è tutto a posto, Jake è fantastico, e oggi mi sento benissimo. Sono un po’ stanca e vorrei riposarmi-
-Si certo, certo, ma la prossima volta avvisami ok?
-Ok- dissi salendo le scale e dirigendomi verso camera mia
Ero veramente stanca. Quell’esperienza mi aveva confusa ancora di più. Non riuscivo a trovare un filo logico a tutto questo. Perché aveva detto “Mi dispiace”? Cosa aveva fatto di male se non quello di essere un ragazzo stupendo del quale ero perdutamente innamorata?
Avrei continuato con le domande per tutta la sera, ma alla fine mi addormentai sfinita.
 
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